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29 aprile 2016 5 29 /04 /aprile /2016 10:42
Basta poco, è semplice e naturale da fare ma ottimo da mangiare!

Basta poco, è semplice e naturale da fare ma ottimo da mangiare!

Non c’è nulla di più brutto che servire un ottimo pranzo o una cena e avere del pane da supermercato o comunque di basso livello. Naturalmente ci sono panifici e fornerie ottime, ma se vogliamo fare qualcosa di veramente personale che ben pochi hanno la capacità di mettere in pratica il pane fatto in casa deve essere nelle nostre prerogative. Ovvio, fare il pane non è cosa da poco, è un’operazione piuttosto complessa che senza un minimo di accortezza avremo come risultato un prodotto estremamente scarso, e in tal caso il pane del supermercato sarà una scelta obbligata.

Pensate al piacere nel servire a tavola dell’arrosto o una pasta, un risotto fatto da noi e accompagnarlo con dei bocconcini di pane fresco appena sfornato e qualche grissino. Non pensate sia una cosa notevole?

Il pane fatto in casa necessita di alcune attenzioni che rispetto ad altre ricette, in cui tutto sommato si può correggere un errore, sono basilari. Anzi, nel pane fatto in casa la lievitazione è il pane stesso, senza di essa non avremo il pane, o meglio, non si chiamerebbe così.

C’è pane e pane fatto in casa

Cito la nota pubblicità a mò di scusa, anche se a differenza sua effettivamente c’è differenza tra pane e pane e il pane fatto in casa sarà completamente diverso rispetto a quello di un panificio. Questo per vari aspetti: l’odore di forno, l’odore di pane che ci accoglie in forneria naturalmente sarà molto simile, forse ancora più naturale, più caldo. Ma quale pane scegliere? A mio parere un pane da cena elegante, un pane pensato soprattutto per stupire gli ospiti dev’essere di dimensioni modeste, piccole, e deve avere quindi un bell’aspetto. Andremo quindi a scegliere un formato di pane tipo bocconcini, piccole baguette, ciabatte e grissini.
Questo sia per questioni estetiche (è più elegante avere a tavola un paniere con diverse forme di pane di piccole dimensioni) che per questione pratiche (non si avrà l’inconveniente di chi gradisce solamente mezzo panino) e ovviamente questo formato è molto comodo se decidessimo di congelarne la parte in eccesso per i giorni seguenti; il pane di piccole dimensioni impiega molto meno tempo a congelarsi rispetto ad un pane di medie-grosse dimensioni. Avremo un risultato migliore mettendo il pane in eccedenza sottovuoto e solo successivamente congelarlo. Ogni volta che vorremo avremo del pane fresco fatto in casa, basterà togliere dal freezer il pane, lasciarlo qualche minuto coperto con un panno umido e successivamente lo metteremo in forno per una decina di minuti, giusto il tempo di scongelarsi e scaldarsi leggermente.
L’umidità contenuta nel panno entrerà nel pane stesso e avremo un prodotto decisamente più morbido e fresco; questa tecnica possiamo utilizzarla anche per il pane vecchio di un giorno o due.

Cosa serve per fare il pane fatto in casa

Il pane fatto in casa ha bisogno in sostanza di pochissimi ingredienti: acqua, farina, olio, sale e lievito. Pochissimi ingredienti ma tantissima lavorazione e pazienza. In questo caso consiglio un grasso per avere un pane decisamente più profumato, fragrante e appetibile. Consiglio anche l’utilizzo di un buon olio extravergine d’oliva, fa una grande differenza rispetto ad un pane senza olio e senza grasso in generale. Logicamente gli ingredienti che andremo a scegliere, il tipo di farina, lievito, e olio devono essere di alta qualità. Un pane fatto in casa con prodotti scadenti è ben visibile e noi vogliamo fare bella figura, non il contrario. Trattandosi di un prodotto che prepariamo esclusivamente per fare qualcosa di personale, il pane fatto in casa deve venire perfettamente e deve piacere. Consiglio l’utilizzo di un olio toscano, dà un sapore più forte e deciso, inoltre ne esalta le caratteristiche.

Lievitazione del pane fatto in casa

Il pane per venire bene ha bisogno solamente di una cosa, la lievitazione. Non è un processo banale in cui basta far riposare la pasta, si gonfia, ed è pronta. Stiamo parlando di un vero e proprio processo chimico che va preparato seguendo indicazioni ben precise. Il lievito di birra è composto principalmente da funghi, questo va a decomporre lo zucchero contenuto nella farina e l’amido stesso.
Quest’ultimi vengono trasformati in anidride carbonica ed etanolo. Quando si mette a lievitare del pane fatto in casa bisogna cercare di mantenerlo ad una temperatura costante di 35 gradi centigradi (ma naturalmente varia in funzione del tempo necessario alla lievitazione) così far aumentare di volume l’anidride carbonica andando a formare quelle sacche che creano la struttura della mollica. Più questa lavorazione, più questo accorgimento sarà preciso, più avremo una mollica soffice e con alveoli grandi.
Un pane fatto in casa ha bisogno di un farina forte (alta quantità di glutine) per lievitare ed è consigliato solitamente utilizzare una farina Manitoba o di forza superiore a 300w.
Se dovessimo decidere per una farina media perchè il tipo di pane scelto non necessita di una lievitazione prolungata (come per esempio i bocconcini di pane) allora andremo su una farina di forza media (160-250w circa) altrimenti per certi dolci che non hanno bisogno di una lievitazione basta una farina debole (minore di 160w).
Questi dati sono fondamentali nella panificazione, e un errore nella scelta della farina sarà determinante nel risultato finale.
Molto spesso la forza della farina non è specificata sulla confezione, questo però essendo un mix di farine non si avrebbe un dato esatto; per fare il pane o preparazioni complesse meglio comprare il pane in panetteria così da andare sul sicuro.
Un pane fatto in casa ha tempi di lievitazione molto diversi, cambia generalmente dalla grandezza del pane stesso e da quanto lo vogliamo soffice e morbido. Si andrà da una mezz’oretta per panini piccoli, a oltre qualche ora per preparazioni complesse, focacce o pani che necessitano di uno sviluppo della maglia del glutine molto prolungata.

Come si unisono i vari ingredienti

Una volta che avremo preparato i nostri ingredienti uniremo la farina, l’acqua e l’olio inizialmente, e solo successivamente il lievito di birra e il sale. Questo perchè il sale essendo idrofobo tende a rompere l’impasto e quindi va unito solamente quando avremo un impasto ben definito. Il lievito di birra invece (naturalmente sciolto in una quantità di acqua) va unito verso metà preparazione dell’impasto proprio per aiutarlo ad iniziare la lievitazione e ovviamente per non surriscaldarlo, cosa che nella lievitazione farà si di avere un processo contrario a quello voluto.

Lavorazione della gabbia del glutine nel pane fatto in casa

La lavorazione dell’impasto va effettuata secondo certi criteri quasi tecnici, non che sia una scienza ovvio, ma non si può certo impastare come si vuole. Il metodo giusto è premere con il palmo della mano in mezzo all’impasto, piegare la parte superiore verso l’interno e far fare un quarto di giro dell’impasto verso destra o sinistra. Procedendo in questo modo per un certo tempo avremo il nostro impasto liscio e con una maglia glutinica ben sviluppata.
Quando avremo un impasto liscio e ben sviluppato senza grumi o altre imperfezioni allora si potrà far riposare o dividerlo in panini e lasciarli lievitare. Calcoliamo bene il luogo di lievitazione del pane, dove lo poniamo; consiglio un luogo non umido e piuttosto caldo, magari in alto in cucina sopra il fornello dove stiamo preparando altri piatti; lo copriremo con un panno umido per non far seccare la parte esterna dell’impasto.
Attenzione che con troppo calore avremo l’effetto opposto!

E’ difficile che la prima volta che proviamo a fare il pane ci venga in modo perfetto, non lo escludo, ma come molti piatti complessi necessita di un certo “perfezionamento” che richiede tempo e costanza. Magari proviamo a fare il pane per noi stessi e per la famiglia e quando saremo pronti potremo offrirlo anche ai nostri ospiti. Posterò qualche ricetta ma se volete approfondire la panificazione vi rimando a questo sito a mio avviso ottimo.

Non c’è nulla di più brutto che servire un ottimo pranzo o una cena e avere del pane da supermercato o comunque di basso livello. Naturalmente ci sono panifici e fornerie ottime, ma se vogliamo fare qualcosa di veramente personale che ben pochi hanno la capacità di mettere in pratica il pane fatto in casa dev’essere nelle nostre prerogative. Ovvio, fare il pane non è cosa da poco, è un’operazione piuttosto complessa che senza un minimo di accortezza avremo come risultato un prodotto estremamente scarso, e in tal caso il pane del supermercato sarà una scelta obbligata.

Pensate al piacere nel servire a tavola dell’arrosto o una pasta, un risotto fatto da noi e accompagnarlo con dei bocconcini di pane fresco appena sfornato e qualche grissino. Non pensate sia una cosa notevole?

Il pane fatto in casa necessita di alcune attenzioni che rispetto ad altre ricette, in cui tutto sommato si può correggere un errore, sono basilari. Anzi, nel pane fatto in casa la lievitazione è il pane stesso, senza di essa non avremo il pane, o meglio, non si chiamerebbe così.

C’è pane e pane fatto in casa

Cito la nota pubblicità a mò di scusa, anche se a differenza sua effettivamente c’è differenza tra pane e pane e il pane fatto in casa sarà completamente diverso rispetto a quello di un panificio. Questo per vari aspetti: l’odore di forno, l’odore di pane che ci accoglie in forneria naturalmente sarà molto simile, forse ancora più naturale, più caldo. Ma quale pane scegliere? A mio parere un pane da cena elegante, un pane pensato soprattutto per stupire gli ospiti dev’essere di dimensioni modeste, piccole, e deve avere quindi un bell’aspetto. Andremo quindi a scegliere un formato di pane tipo bocconcini, piccole baguette, ciabatte e grissini.
Questo sia per questioni estetiche (è più elegante avere a tavola un paniere con diverse forme di pane di piccole dimensioni) che per questione pratiche (non si avrà l’inconveniente di chi gradisce solamente mezzo panino) e ovviamente questo formato è molto comodo se decidessimo di congelarne la parte in eccesso per i giorni seguenti; il pane di piccole dimensioni impiega molto meno tempo a congelarsi rispetto ad un pane di medie-grosse dimensioni. Avremo un risultato migliore mettendo il pane in eccedenza sottovuoto e solo successivamente congelarlo. Ogni volta che vorremo avremo del pane fresco fatto in casa, basterà togliere dal freezer il pane, lasciarlo qualche minuto coperto con un panno umido e successivamente lo metteremo in forno per una decina di minuti, giusto il tempo di scongelarsi e scaldarsi leggermente.
L’umidità contenuta nel panno entrerà nel pane stesso e avremo un prodotto decisamente più morbido e fresco; questa tecnica possiamo utilizzarla anche per il pane vecchio di un giorno o due.

Cosa serve per fare il pane fatto in casa

Il pane fatto in casa ha bisogno in sostanza di pochissimi ingredienti: acqua, farina, olio, sale e lievito. Pochissimi ingredienti ma tantissima lavorazione e pazienza. In questo caso consiglio un grasso per avere un pane decisamente più profumato, fragrante e appetibile. Consiglio anche l’utilizzo di un buon olio extravergine d’oliva, fa una grande differenza rispetto ad un pane senza olio e senza grasso in generale. Logicamente gli ingredienti che andremo a scegliere, il tipo di farina, lievito, e olio devono essere di alta qualità. Un pane fatto in casa con prodotti scadenti è ben visibile e noi vogliamo fare bella figura, non il contrario. Trattandosi di un prodotto che prepariamo esclusivamente per fare qualcosa di personale, il pane fatto in casa deve venire perfettamente e deve piacere. Consiglio l’utilizzo di un olio toscano, dà un sapore più forte e deciso, inoltre ne esalta le caratteristiche.

Lievitazione del pane fatto in casa

Il pane per venire bene ha bisogno solamente di una cosa, la lievitazione. Non è un processo banale in cui basta far riposare la pasta, si gonfia, ed è pronta. Stiamo parlando di un vero e proprio processo chimico che va preparato seguendo indicazioni ben precise. Il lievito di birra è composto principalmente da funghi, questo va a decomporre lo zucchero contenuto nella farina e l’amido stesso.
Quest’ultimi vengono trasformati in anidride carbonica ed etanolo. Quando si mette a lievitare del pane fatto in casa bisogna cercare di mantenerlo ad una temperatura costante di 35 gradi centigradi (ma naturalmente varia in funzione del tempo necessario alla lievitazione) così far aumentare di volume l’anidride carbonica andando a formare quelle sacche che creano la struttura della mollica. Più questa lavorazione, più questo accorgimento sarà preciso, più avremo una mollica soffice e con alveoli grandi.
Un pane fatto in casa ha bisogno di un farina forte (alta quantità di glutine) per lievitare ed è consigliato solitamente utilizzare una farina Manitoba o di forza superiore a 300w.
Se dovessimo decidere per una farina media perchè il tipo di pane scelto non necessita di una lievitazione prolungata (come per esempio i bocconcini di pane) allora andremo su una farina di forza media (160-250w circa) altrimenti per certi dolci che non hanno bisogno di una lievitazione basta una farina debole (minore di 160w).
Questi dati sono fondamentali nella panificazione, e un errore nella scelta della farina sarà determinante nel risultato finale.
Molto spesso la forza della farina non è specificata sulla confezione, questo però essendo un mix di farine non si avrebbe un dato esatto; per fare il pane o preparazioni complesse meglio comprare il pane in panetteria così da andare sul sicuro.
Un pane fatto in casa ha tempi di lievitazione molto diversi, cambia generalmente dalla grandezza del pane stesso e da quanto lo vogliamo soffice e morbido. Si andrà da una mezz’oretta per panini piccoli, a oltre qualche ora per preparazioni complesse, focacce o pani che necessitano di uno sviluppo della maglia del glutine molto prolungata.

Come si unisono i vari ingredienti

Una volta che avremo preparato i nostri ingredienti uniremo la farina, l’acqua e l’olio inizialmente, e solo successivamente il lievito di birra e il sale. Questo perchè il sale essendo idrofobo tende a rompere l’impasto e quindi va unito solamente quando avremo un impasto ben definito. Il lievito di birra invece (naturalmente sciolto in una quantità di acqua) va unito verso metà preparazione dell’impasto proprio per aiutarlo ad iniziare la lievitazione e ovviamente per non surriscaldarlo, cosa che nella lievitazione farà si di avere un processo contrario a quello voluto.

Lavorazione della gabbia del glutine nel pane fatto in casa

La lavorazione dell’impasto va effettuata secondo certi criteri quasi tecnici, non che sia una scienza ovvio, ma non si può certo impastare come si vuole. Il metodo giusto è premere con il palmo della mano in mezzo all’impasto, piegare la parte superiore verso l’interno e far fare un quarto di giro dell’impasto verso destra o sinistra. Procedendo in questo modo per un certo tempo avremo il nostro impasto liscio e con una maglia glutinica ben sviluppata.
Quando avremo un impasto liscio e ben sviluppato senza grumi o altre imperfezioni allora si potrà far riposare o dividerlo in panini e lasciarli lievitare. Calcoliamo bene il luogo di lievitazione del pane, dove lo poniamo; consiglio un luogo non umido e piuttosto caldo, magari in alto in cucina sopra il fornello dove stiamo preparando altri piatti; lo copriremo con un panno umido per non far seccare la parte esterna dell’impasto.
Attenzione che con troppo calore avremo l’effetto opposto!

E’ difficile che la prima volta che proviamo a fare il pane ci venga in modo perfetto, non lo escludo, ma come molti piatti complessi necessita di un certo “perfezionamento” che richiede tempo e costanza. Magari proviamo a fare il pane per noi stessi e per la famiglia e quando saremo pronti potremo offrirlo anche ai nostri ospiti. Posterò qualche ricetta ma se volete approfondire la panificazione vi rimando a questo sito a mio avviso ottimo.

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12 luglio 2015 7 12 /07 /luglio /2015 18:53
un comodo elettrodomestico ma pochi sanno come avviene la cottura dei cibi.

un comodo elettrodomestico ma pochi sanno come avviene la cottura dei cibi.

La cottura al microonde è simile, come principio, alla cottura che si può ottenere con la luce del sole. I raggi solari vengono assorbiti tantissimo dai corpi scuri – in particolare da quelli neri – che quindi si scaldano molto, ma vengono riflessi dai corpi bianchi, che si scaldano molto meno. Rispetto alla luce solare, le microonde hanno una frequenza molto inferiore e reagiscono in maniera diversa con la materia: non vengono assorbite dalla superficie dei corpi, ma penetrano all’interno. Nell’acqua, che è in assoluto l’ingrediente gastronomico che ne assorbe di più, riescono ad arrivare fino a tre centimetri di profondità, riscaldando tutto lo strato attraversato. Col forno a microonde, quindi, gli alimenti si scaldano subito anche in profondità, mentre con gli altri tipi di cottura il calore attacca la superficie e solo dopo si diffonde, lentamente, all’interno.
Per questo motivo con le microonde non si può ottenere uno strato esterno croccante, per il quale occorre disidratare l’alimento in superficie e non all’interno. L’effetto è possibile con la frittura o la cottura in forno molto caldo o alla brace. Al microonde, la pasta al forno non si può fare, e nemmeno il pane.
L’uso del forno a microonde richiede alcuni accorgimenti. Occorre evitare contenitori di metallo, sia perché riflettono le onde e quindi impediscono la cottura, sia perché se hanno spigoli vivi possono generare scintille potenzialmente pericolose. Contenitori in plastica, ceramica e vetro sono invece trasparenti alle microonde, che li attraversano senza scaldarli.
Non si devono cuocere le uova col guscio, così come le patate con la buccia senza avere l’accortezza di bucarla: le microonde riscaldano l’acqua all’interno, questa evapora e crea uno scompenso di pressione che fa esplodere l’involucro.
Attenzione infine se si vuole bollire l’acqua. Scaldando in modo uniforme, tra la superficie e la base del recipiente non si crea quella differenza di temperatura che in un tegame sul fornello provoca la risalita delle bolle. Si arriva invece a uno stato di calma apparente, detto metastabile: basta una piccola perturbazione, un movimento della mano o un granello di zucchero introdotto involontariamente, per innescare un’ebollizione improvvisa con fuoriuscita di bolle e rischio di ustioni.

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13 febbraio 2015 5 13 /02 /febbraio /2015 16:48
il pomodoro nero un concentrato di salute

Non sarà particolarmente bello da vedere, ma è più ricco di proprietà nutritive e più resistente alle malattie dei "cugini" dalla buccia rossa. Stiamo parlando del pomodoro nero, studiato dal PlantLab dell'Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa.

Il frutto, ottenuto con tecniche di incrocio, riesce a sintetizzare due diverse molecole antiossidanti: i carotenoidi (presenti anche negli altri pomodori) e gli antociani (generalmente assenti, a cui si deve la colorazione viola/nera della buccia di questa varietà).

Gli antociani sono in grado di apportare numerosi benefici all'uomo, incrementando il valore nutraceutico del pomodoro, ma anche di rendere l'ortaggio più resistente ad alcune malattie fungine, come dimostrato dai ricercatori della Scuola Superiore Sant'Anna, in collaborazione con il "John Innes Centre" (Norwich, Gran Bretagna). Per leggere l'abstract dello studio pubblicato sulla rivista "New Phytologist", clicca qui!

Abbiamo approfondito l'argomento con Pierdomenico Perata,Rettore della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e coordinatore della ricerca.

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3 gennaio 2015 6 03 /01 /gennaio /2015 11:57

Se vi siete sottoposti a Una ferrea dieta di inizio anno evitate di leggere l'oroscopo:. ONU verdetto negativo delle stelle potrebbe METTERE In crisi la Vostra Già provata Volontà di non sgarrare Secondo Uno studio di Pubblicato sul Journal of Consumer Research , le PERSONE Che credono Che il proprio destino Possa Cambiare (e quindi Sono scettiche nda Confronti degli oroscopi) si concedono Più Facilmente Qualche tentazione DOPO Aver letto Una Previsione astrologica negativa.

Considerata la Diffusione degli oroscopi Sulle riviste e online (Soprattutto in this Periodo dell'Anno) un gruppo di Ricercatori di causa atenei americani, la Johns Hopkins University e l'Università del South Carolina, ha voluto Testare l'influenza Che ONU pronostico stellare nefasto ha Sulla nostra Capacità di prendere Decisioni. Il gruppo ha sottoposto ad ALCUNI Volontari delle Nazioni Unite oroscopo negativo e ha poi Chiesto Loro di decidere se SEGUIRE UN Comportamento virtuoso (pulire casa) o sfizio Un piccolo (Andare a parte delle Nazioni Unite). Nei Partecipanti Più inclini a Pensare Che il proprio destino potesse Cambiare, La lettura di ONU oroscopo infausto ha aumentato la Probabilità di Optare per la festa. MENTRE E chi si said fatalista, inclinare cioè una Pensare Che il proprio fato SIA Già scritto, non ha ceduto alla tentazione tendenzialmente e ha optato per una serata Più tranquilla.

Secondo i Ricercatori, lo Sforzo di contro-argomentare Quanto scritto nell'oroscopo ha Consumato altera parte delle energie dei Più Scettici, che sì Sono quindi mostrati Più favorevoli ad abbandonarsi a una piacevole Attività. Chi invece credeva Che tutto Fosse Già scritto Nelle stelle non ha speso PARTICOLARI Risorse Nel contraddire l'oroscopo ed E RIMASTO concentrato su Quanto C'era Ancora da tariffa Nel Corso della giornata. «Saremmo PORTATI una Pensare Che ONU oroscopo Spinga sfavorevole chi Crede di Poter Cambiare il proprio destino a provare un migliorarlo »Spiega Uno degli Autori« invece Accade esattamente il contrario ». La scoperta potrebbe ingolosire i marchi alimentari Che pubblicano inserzioni Sulle riviste. Posizionare Una pubblicità ammiccante proprio Accanto alla pagina degli oroscopi potrebbe indurre in tentazione i lettori Meno fatalisti.

l'oroscopo non fa bene alla dieta
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9 ottobre 2014 4 09 /10 /ottobre /2014 11:11
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24 settembre 2013 2 24 /09 /settembre /2013 09:51

Ricetta: tonno di gallina 

La gustosa ricetta del "tonno di gallina" logicamente non ha nulla a che vedere con iltonno inteso come pesce, ma l'analogia nasce soltanto dal fatto che essa prevede che per la pietanza da ottenere, venga predisposta la sua messa sottolio, proprio come il tonno, ma nulla di più. Praticamente la suapreparazione prevede di trasformare la carne di gallinaceo in un sapore più appetitoso con un processo di cottura diverso dal solito che in genere si adotta per le carni bianche di pollame. Infine, risulta anche molto economica al termine della preparazione.

 

Inoltre essa è abbastanza semplice da fare e non necessita di particolari doti culinarie, ma di semplice dimestichezza e manualità in cucina con gli ingredienti che solitamente vi si trovano. Il risultato è un eccellente sapore veramente diverso dal pollo e che offre, tra l'altro, diverse variazioni sul tema in quanto la ricetta può realizzarsi anche con l'impiego di altrecarni bianche come il coniglio. Per la sua preparazione è opportuno avere 1/2 di gallina o cappone, carota, sedano, cipolla, alloro, sale e pepeolio e. V. O. ed erbe come rosmarino, salvia, ecc.


Poi si prende un barattolo di vetro o una terrina capace e vi si pongono le varie porzioni di carne ottenute dal distacco dalle ossa, curandone possibilmente la compattezza e alternando la posa nel contenitore con foglie di alloro, salvia e rosmarino. Pressare poi la carne in modo da non lasciare aria residua all'interno, quindi si ricopre il composto ottenuto colmandolo con olio e. V. O. Sino all'orlo. Infine si ripone in frigo il contenitore pieno e si lascia riposare per almeno 48 ore. Al termine può essere servita con vari contorni, tipo ravanelli, formaggio caprino, pomodorini, salsa di acciughe oppure con un filo di olio balsamico. Logicamente maggiore è la portata del contenitore usato, maggiore può essere la carne bianca utilizzata.

 

Il contenuto della ricetta di tonno di gallina si presta ad essere consumato in ogni occasione per la sua ottima conservazione, inoltre può essere accompagnato con vari ingredienti, ad esempio, d'ìnverno è ideale con un piatto di polenta, oppure con varie insalate di verdure miste o riso, ecc.  Il suo impiego durante la stagione estiva è molto variegato e inoltre risulta essere tipicamente leggera e dietetica perché prevede il solo uso di carni bianche.  
In occasione di ospiti occasionali, aprire un barattolo di questa pietanza è indice di convivialità e di buon gusto affermando con diritto la propria manualità.. 

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24 agosto 2013 6 24 /08 /agosto /2013 09:02

 

 

 

 

 

 

http://www.guidecucina.it/ricetta-razza-agli-agrumi-181095.html

 

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9 luglio 2013 2 09 /07 /luglio /2013 09:16

 

 

 

 

 

http://www.guidecucina.it/ricetta-polpette-di-cernia-178317.htmlPOlpette-pesce-005-copy.jpg

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28 giugno 2013 5 28 /06 /giugno /2013 09:48

 

 

 

 

 

http://www.guidecucina.it/ricetta-frittata-di-ceci-177999.html

frittata-di-ceci.jpeg

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12 giugno 2013 3 12 /06 /giugno /2013 17:08

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Chi si diletta di cucina creativa allora la ricetta "muffin salati alle  verdure" fa al caso suo. Essa infatti offre molti spunti creativi per le molteplici variazioni sul tema che offre, specie per chi ama periodicamente sbarazzarsi si tutti i residui di verdure preparati e mai smaltiti definitivamente, anche per le verdure crude. I muffin salati alle verdure si prestano ottimamemente a questo scopo per rinnovare la scorta di verdure fresche. 

 

Quindi i residui di brodi, bolliti, tisane ecc. magari preparati per bambini o anziani e non finiti, oppure ritagli di verdure avanzate torneranno utili per preparare degli ottimi muffin alle verdure riciclandoli anche con verdure fresche, specialmente in momenti critici come questi ai fini di un risparmio economico. Basta avere una discreta manualità nella preparazione e si crea una ottima pietanza per aggiungere un tocco delizioso alla propria cena e questa è la soluzione più semplice e veloce da preparare.

 

Il preparato definito "Muffin" era praticamente un piccolo tortino o dolce di origine inglese che si preparava con i rimasugli di pane o biscotti mescolando l'impasto con delle patate schiacciate e destinati prevalentemente alla servitù di famiglie nobili, poi evolutosi come dolce, sino alla destinazione finale come dessert preferito per il rito classico del tè pomeridiano della nobiltà anglosassone.

 

Con la successiva contaminazione e l'uso di conservanti il Muffin è risultato particolarmente adatto a vari modi di impiego  e ricette sempre più varie in cucina dando il via a creazioni di Muffin con l'impiego di alimenti sempre più disparati come in questa dei muffin salati alle verdure. La procedura è abbastanza semplice basta lavare e poi tagliare ogni tipo di verdura a tocchetti e messe in padella con un filo di olio e.v.o. Poi mettere in una terrina gli altri alimenti come uova, latte, brodi ed in un'altra gli altri residui solidi come farina, lievito, grana e sale p.b.

 

Quindi si miscela il tutto amalgamandolo bene con un frullatore e si aggiungono anche le verdure a tocchetti. Con il risultato dell'impasto si riempiono gli stampini per i muffin senza colmarli ma sino ai 2/3 della loro capienza ed infornare a forno caldo per circa mezzora . La sorpresa finale saranno degli ottimi dessert di verdure che potranno essere consumati in qualsiasi momento della giornata o accompagnati ad  una pietanza maggiore.

 

Gli ingredienti: 

  • 300 g di farina
  • 400 g di verdure lessate
  • 250 ml di latte
  • 125 ml di olio
  • 50 g di grana grattugiato
  • 2 uova
  • 1 bustina di lievito
  • sale q.b.

 

 

 

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  • : Blog di lalchimista
  • : Sono poeta,scrittore e saggista,esperto in tappetologia,quindi questo spazio sarà dedicato a queste mie passioni,chi ama la paesia o i tappeti orientali troverà tanti consigli utili e la consulenza gratuita per i vostri tappeti perchè sono convinto che chi è in possesso di conoscenze tecnico-scientifiche le deve mettere a disposizione di tutti,altrimenti è come se non fossi mai vissuto una volta morto. Sono reperibile su flyngcarpet@hotmail.it
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