Chi vuole visitare la città di Napoli e non solo i luoghi stereotipi, deve assolutamente visitare quella “sotterranea” vera città nella città, ma con un fascino straordinario che svela la vera “Partenope” dei nostri libri e della sua storia millenaria.
Nel sottosuolo di Napoli esiste una città a oltre 40 metri di profondità, fatta di cisterne, cunicoli, cimiteri, catacombe ecc. alcuni risalenti a 5000 anni fa. Già i primi abitanti della antica Neapolis avevano scavato nella roccia di tufo di origine vulcanica, estraendola e usandola poi per costruire case e fortificazioni, cosi che man mano che cresceva di sopra, si allargava anche il sottosuolo.
La conquista romana diede un ulteriore impulso alla Napoli sotterranea, essi convogliarono nei cunicoli le acqua del torrente Serino distante circa 70 km dalla città, costruendovi un imponente acquedotto utilizzato ancora oggi, con enormi cisterne a decantazione che forniva acqua a tutta la popolazione esistente.
Mirabili sono le catacombe di San Gaudioso e il Cimitero delle Fontanelle con le mura greco-romane ove sono conservati i resti di cristiani perseguitati dai romani prima e dai barbari poi.
La Soprintendenza speciale per i beni Archeologici di Napoli organizza speciali visite guidate per 25 persone per volta. Sotto la dominazione borbonica del XVIII° secolo essi fecero costruire una ulteriore galleria sotterranea come una via di fuga verso il mare per i regnanti, oggi viene usato come deposito di auto.
Si accede alle catacombe dalla basilica di S.Maria alla Sanità nel centro di Napoli nei pressi dalla famosa via Spaccanapoli , ove vi è ancora l'affresco del IV-V secolo, più antico della citata santa ed un altro di San Gaudioso vescovo dell'Abitinia tra stupendi affreschi di altri santi. Questi ritrovamenti hanno del miracoloso come racconta lo storico Celano.
Questa testimonianza storica si trova nel cuore di Napoli e già i greci scelsero questa località ove allestirono la loro necropoli pagana, trasformata poi in cimitero cristiano, le miriadi di grotte presenti furono utilizzate per dare una sepoltura dignitosa a circa trecentomila morti causati dalla pestilenza che colpì la città nell'anno 1656 e numerose altre ivi confluite dalle chiese bonificate. Esso fu chiamato "cimitero delle fontanelle".
Oggi i resti umani di questi morti vengono curati da devoti volontari che hanno creato una specie di culto, stigmatizzato dalla chiesa per evitare ogni fanatismo. Per ogni teschio è stato creato una specie di altarino con lumini e rosari, ove pregare per le loro anime.