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3 agosto 2013 6 03 /08 /agosto /2013 10:32
astronomia

In questa illustrazione artistica è riprodotta una delle tre super Terre in orbita attorno a Gliese 667C, una nana rossa in un sistema stellare di tre stelle (disegnate in lontananza nell'immagine). Immagine per gentile concessione ESO/L. Calçada 

Gli astronomi credono di aver trovato un sistema solare alieno che ospita il numero record di tre mondi potenzialmente abitabili. Nuove osservazioni della stella Gliese 667C - circa un terzo della massa del nostro Sole - hanno rivelato la presenza di un sistema planetario che conta tra i cinque e i sette pianeti, tre dei quali sono stati classificati come super Terre

Sono tutti e tre più grandi del nostro pianeta e più piccoli di giganti gassosi come Urano e Nettuno. Ma ciò che fa davvero la differenza è che le orbite di queste super Terre sono contenute in quella che è conosciuta come la "zona di Goldilocks", o zona abitale: la regione intorno a una stella in cui le temperature sono adeguate per la possibile la presenza di acqua liquida, un ingrediente fondamentale nella ricetta della vita su un pianeta.

"Questi pianeti sono buoni candidati ad avere una superficie solida e forse anche un'atmosfera simile a quella della Terra", spiega l'astronomo Rory Barnes dell'Università di Washington, co-autore del nuovo studio.

Ciò che rende questa scoperta così eccitante 
è che, per la prima volta, gli astronomi hanno tre mondi rocciosi che orbitano intorno alla stessa stella e che potrebbero ospitare acqua allo stato liquido. E a 22 anni luce di distanza dalla Terra, Gliese 667C (che fa parte di un sistema stellare che consiste di tre stelle) è considerata relativamente vicina al nostro sistema solare, il che rende i tre nuovi pianeti candidati ideali per le future ricerche di vita extraterrestre. "È eccitante aver trovato una stella vicina che ha così tanti pianeti nella zona abitabile", ha detto Barnes.

Dal momento che Gliese 667C è molto più piccola e più fredda nostro Sole, la sua zona abitabile è molto più vicina: le super Terre completano un'orbita in un tempo che va dai 20 ai 100 giorni. Gli astronomi sospettano che questo possa significare che i pianeti siano gravitazionalmente più influenzati dalla loro stella madre di quanto la Terra lo sia dal Sole.

"La vicinanza di questi pianeti nella zona abitabile della stella ospite rende probabile che stiano in rotazione sincrona, che in questo caso significa che mostrerebbero sempre la stessa faccia, lo stesso emisfero, alla loro stella madre", ha detto Barnes. "Per fortuna, sappiamo che anche in queste particolari condizioni la presenza di vita è ancora possibile".

Queste scoperte sono state possibili grazie ad anni di misure realizzate con il metodo delle velocità radiali utilizzando i dati di alcuni dei più grandi osservatori del mondo (tra cui il Keck Observatory, nelle Hawaii, il Las Campanas Observatory e il telescopio da 3,6 metri dell'ESO, entrambi in Cile). Il metodo consiste nella misura dell'oscillazione di una stella causata dalla forza gravitazionale dei pianeti orbitanti, misura ottenuta rilevando gli spostamenti nello spettro di luce della stella, riflesso del moto dei pianeti. Più massivo sarà il pianeta più stretta sarà la sua orbita e maggiore sarà l'effetto sulla sua stella. 

Dal momento  che questi tre pianeti erano relativamente piccoli, il loro segnale era nascosto nelle acquisizioni originali, e solo una seconda analisi dei dati e nuove osservazioni hanno portato alla conferma della loro esistenza. Da 2 a 4 altri pianeti potrebbero orbitare attorno a Gliese 667C, al di fuori della zona abitabile, ma la loro esistenza deve essere ancora confermata da ulteriori osservazioni.

Le implicazioni della scoperta di questo sistema solare ricco di pianeti simili alla Terra potrebbero essere profonde. Barnes e il suo team ritengono che questa scoperta potrebbe indicare che i soli di piccola massa come Gliese 667C, che è una nana rossa come molte nella Via Lattea, possono comunemente ospitare più pianeti nelle loro zone abitabili. E questo significa che ci potrebbero essere molti più pianeti abitabili nella Via Lattea di quanto abbiamo mai pensato.
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