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15 agosto 2016 1 15 /08 /agosto /2016 10:09
Pale eoliche sono brutte da vedere? Ecco la nuova idea per l'energia rinnovabile:L'Albero del Vento!

Pale eoliche sono brutte da vedere? Ecco la nuova idea per l'energia rinnovabile:L'Albero del Vento!

Imprenditori e ricercatori di ogni settore sono interessati allo sviluppo sostenibile, che con il tempo si trasforma in una priorità sempre più vitale per il pianeta e le sue risorse. Vengono creati così moltissimi prodotti innovativi ed elaborati progetti originali e avanguardisti. Uno di questi viene proposto da New Wind, una startup francese fondata daJèrôme Michaud-Larivière. Questa società ha realizzato un agile e simpatico sistema eolico che può essere inserito e impiantato in qualsiasi paesaggio, da quello cittadino a quello campestre. Il prototipo è stato impiantato nel comune Pleumeur-Bodou (Bretagna, nord-ovest della Francia). Uno è stato installato alla Cité des Télécoms a Lannion, sempre in Bretagna.

(L'Arbre à Vent - Credit foto: blog Microsoft / Claudio Colucci Design & J.F. Desroubaix)

Si chiama Arbre à Vent e ha la forma di un vero e proprio albero, con tanto di tronco e rami provvisti di foglie, che si comportano come tanti mini turbini. È alto otto metri, ha il busto in acciaio e cento foglie in plastica. I micro generatori garantiscono la produzione di energia per tutto l'anno, con una soglia di produzione ridotta e una velocità anche di 2m/s. Rispetto ai sistemi attuali che coprono 110-120 giorni, questo sistema assicura più di 320 giorni di energia.

Secondo l'ideatore con questo Albero eolico si potrebbe quasi mettere fine all'era dell'intermittenza. Il sistema funziona con tutti i tipi di vento, a 360 °, per cui sfrutta flussi d'aria anche minimi. La progettazione si ispira alla biomimetica e consente una perfetta integrazione in tutti i tipi di paesaggio, da quello rurale a quello naturale.

(L'Albero eolico artificiale in un contesto urbano - Credit Foto: consoGlobe)

È una tecnologia invisibile, nel senso che non vi sono cavi a vista poiché tutto è integrato nei rami e nei tronchi. Inoltre questa nuova tecnica, che punta sul funzionamento dell'asse verticale, elimina il rumore che veniva prodotto dalle turbine eoliche tradizionali.

L'Arbre à Vent sfrutta tutta l'energia cinetica grazie alla combinazione organica di microturbine. Sfruttando il movimento dell'aria è in grado anche di accumulare Watt. È stato costruito non solo per resistere alle tempeste (classe vento 3), ma anche per durare molto tempo, oltre i venticinque anni.

Il suo costo si aggira intorno ai 29.500 Euro e può produrre da 3500 kWh a 13.500 kWh in base al vento. La rete di connessione può essere realizzata sia attraverso un invertitore o direttamente, collegandolo al quadro principale degli edifici. L'Arbre à Vent ha un funzionamento tale per cui gli impianti operano tutti parallelamente al 100%, per cui la caduta di una foglia non compromette assolutamente le altre, garantendo in tal modo la produzione di energia. L'albero eolico non necessita di permessi per essere costruito e non si rischino perdite di linea.

(Arbre à Vent, chioma ravvicinata dell'albero artificale - Credit Foto: infotovoltaico)

L'artefice del progetto ha raccontato come è nata l'idea di questo Albero eolico, durante l'estate del 2011 in una giornata per altro senza vento. Fonte d'ispirazione sono state le foglie di un albero e la loro composizione organica. Osservandole, infatti, aveva avuto quasi l'impressione fossero mosse da una forza invisibile. Da lì è passato a immaginare come e quante foglie avrebbero potuto raccogliere energia. Il risultato della sua riflessione è stato l'Arbre à Vent.

Trovare investitori naturalment non è stato facile poiché inizialmente il progetto non era stato preso molto sul serio. Tuttavia, in seguito ha ricevuto tanto sostegno pubblico e finanziamenti. Ha commissionato a degli ingegneri la creazione di alcune foglie. Sebbene i primi risultati non fossero incoraggianti, la tenacia è stata premiata e il brevetto concretizzato L'azienda, avente sei dipendenti e diversi progetti molto avanzati nel campo dell'energia cinetica trasformata in energia elettrica, ha così ottenuto sempre più appoggio anche dall'innovativa azienda Young (JEI)

(L'Arbre a Vent potrebbe essere impiegato per ricaricare vetture elettriche - Credit foto: byreghs)

Per produrre energia elettrica dagli alberi fotovoltaici, che sfruttano la luce del sole (come l'eTree o lo Strawberry-trees), si è così è passati a quelli che sfruttano il vento, dalle raffiche alle minime brezze. L'Arbre à Vent dovrebbe contribuire a ridurre l'impatto ambientale, noto nelle turbine tradizionali, rispettando così il paesaggio. Il gruppo è speranzoso di mostrare le potenzialità dell'impianto che potrebbe al momento essere impiegato per illuminare i lampioni a LED e ricaricare i veicoli elettrici. Questo sistema potrebbe combinarsi con altri installazioni ecosostenibili (il fotovoltaico, il geotermico) contribuendo al sostentamento anche degli edifici. Michaud-Larivière intanto pensa a come poter sostituire le foglie di plastica con fibre naturali e creare radici ricoperte da moduli fotovoltaici, che possano anche generare energia geotermica.

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13 luglio 2016 3 13 /07 /luglio /2016 15:34
Le moracee bianche o nere maturano spontaneamente in questo periodo in tutta Italia!
Le moracee bianche o nere maturano spontaneamente in questo periodo in tutta Italia!

Le moracee bianche o nere maturano spontaneamente in questo periodo in tutta Italia!

Il gelso è una pianta appartenente alla famiglia delle Moraceae, diffusa in tutto il mondo i cui frutti, chiamati more di gelso, godono di innumerevoli proprietà benefiche. Utilizzati da tempo immemore per l’allevamento del baco da seta, che va ghiotto delle sue foglie, esportati in Europa intorno al 1500 d.C. e largamente diffusi sino all’affermarsi delle fibre sintetiche.

Mentre a corteccia della radice viene impiegata per il suo efficace effetto lassativo e ha proprietà tenifughe, fungendo da coadiuvante nell’allontanamento del verme solitario dall’ intestino, il succo viene adoperato per fare gargarismi in presenza di mal di gola, infezioni respiratorie e tosse, oltre ad essere considerato una bevanda particolarmente dissetante. Le more di gelso sono un prezioso scrigno ricco di antiossidanti, contrastando i radicali liberi e l’invecchiamento cellulare, grazie agli antociani sono antitumorali, rappresentano un valido aiuto naturale contro l’anemia per il loro alto contenuto di ferro.

image: http://www.meteoweb.eu/wp-content/uploads/2016/07/GELSI-300x263.jpg

Ma le loro proprietà non sono finite: fluidificano il sangue, apportando benefici alla circolazione sanguigna e prevenendo le malattie cardiovascolari; rafforzano il sistema immunitario, proteggono la retina dagli effetti nocivi dei raggi UVA tramite la zeaxantina.

Ricche di fibre, facilitano la digestione, evitano la formazione di gas intestinali, combattono la stitichezza, regolano i livelli di colesterolo cattivo in eccesso, Inoltre hanno proprietà ipoglicemizzanti, combattono l’ipertensione e donano un senso di sazietà.

image: http://www.meteoweb.eu/wp-content/uploads/2016/07/GELSI-3-300x199.jpg

Ottimi integratori naturali di sali minerali, le more sono un frutto perfetto per la stagione estiva, ideali per chi pratica sport e per chi ha bisogno di reintegrare i liquidi persi col sudore. In ambito cosmetico, la polpa viene impiegata contro le pelli secche, mentre il succo lo si usa in lozioni idratanti. Come consumare le more di gelso? Perfette da sole, fresche, o come complemento acidulo per le macedonie. Essendo estremamente versatili, si prestano alla preparazione di gustose marmellate da utilizzare d’inverno, mentre essiccate, possono essere aggiunte al muesli per la colazione, nello yogurt, come tocco speciale per biscotti e torte o per donare un tocco di originalità alle insalate.

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4 giugno 2016 6 04 /06 /giugno /2016 19:27
Solitamente vengono buttate dopo l'uso, ma è un errore ed ecco perchè!

Solitamente vengono buttate dopo l'uso, ma è un errore ed ecco perchè!

La maggior parte delle persone sanno che bere il tè è estremamente utile per la nostra salute. Tuttavia poche persone sanno come fare a trarne beneficio a livello economico. Il segreto sta nel riutilizzo delle bustine di tè! Continua a leggere e rimarrai sorpreso dalla grande quantità di usi che puoi ricavare dalle bustine di tè usate, anche se la maggior parte delle persone, purtroppo, le considerano dei rifiuti.

Questo è l’uso più comune delle bustine del tè. Fissare un computer, leggere, guardare, quasi tutto quello che facciamo ogni giorno mette alla prova i nostri occhi. Il tè aiuta ad alleviare il rossore ed il gonfiore, e rinfresca gli occhi stanchi. Mettere le bustine di tè in acqua ghiacciata o semplicemente versare dell’acqua in un bicchiere con le bustine di tè e lasciare in frigorifero. Si consiglia di usarle al momento di coricarsi, mentre gli occhi riposano.

Prima di coricarti, metti a bagno i piedi per 15 minuti nel tè tiepido, preparato con bustine di tè usate, e asciugali con un panno pulito.

L’Acido Tannico, contenuto principalmente nel tè nero, ha la capacità di limitare il gonfiore causato dalla costrizione dei vasi sanguigni. Applicare sul trauma una bustina fresca o refrigerata di tè nero e lasciarla per 20 minuti. Per ottenere ottimi risultati si consiglia di ripetere più volte durante la giornata.

Le bustine di tè bagnate sono in grado di alleviare il dolore delle scottature. Se l’area del vostro corpo interessata dalla scottatura è grande, provare a fare un bagno freddo aggiungendo diverse bustine di tè nell’acqua.

La bustina del tè in grado di lenire il dolore da tagli di rasoio. Utilizzare una bustina di tè raffreddata per fermare l’emorragia, questo ridurrà i danni alla pelle attraverso le proprietà antiossidanti presenti nel tè.

Pulire il viso con bustina di tè verde utilizzata. Prima di strofinare una bustina di tè sulla pelle, lavare e risciacquare la pelle con un detergente ipoallergenico. Applicare la bustina di tè raffreddato sulla pelle e lasciare riposare per 10-15 minuti. Il tè Rooibos è una delle migliori opzioni per il trattamento dell’acne. Il tè Rooibos, noto anche con il nome di redbush o tè rosso africano, è un infuso ricavato dalle foglie dell’omonima pianta, appartenente alla famiglia delle leguminose. Questa specie vegetale cresce soltanto nella regione del Cederberg. I primi a preparare la bevanda e godere dei suoi benefici sono stati proprio i nativi del luogo.

Con le proprietà presenti nel tè si accelera il processo di guarigione delle piaghe dolorose in bocca. Mordere leggermente mordere una bustina di tè imbevuta d’acqua.

L’alitosi solitamente è dovuta a una serie di motivazioni come una cattiva alimentazione, fumare, problemi di secchezza della bocca o altre condizioni mediche. L’alitosi è causata principalmente da batteri che si annidano sul retro della lingua o tra i denti. Sia il tè verde che quello nero sono in grado di arrestare la crescita dei batteri. Fare degli sciacqui con un tè “forte”, riduce l’odore sgradevole dalla bocca. Preparare una tazza di tè utilizzando 2 o più bustine di tè già utilizzato. Lasciare che raggiunga la temperatura ambiente e la temperatura necessaria per l’utilizzo. Per un migliore risultato fare gli sciacqui ogni giorno dopo i pasti.

Il tè può aiutare a ridurre lo sgradevole odore delle mani, dopo aver pulito del pesce o dell’aglio. Inoltre, le bustine di tè possono essere utilizzate all’interno del frigorifero o le si può attaccare nel cestino. Un’altra idea è quella di attaccare le bustine di tè secco con aroma di lavanda o altra tisana a scelta, nei rivestimenti dei sedili della vostra auto per ottenere un deodorante naturale.

Questa potrebbe essere un’ottima idea per tutte quelle persone allergiche a saponi o altri detergenti. Non importa quanto possa sembrare, il tè ha proprietà pulenti. Utilizza una serie di bustine di tè ri-prodotte, potrai facilmente rimuovere lo sporco e il grasso da specchi, finestre, pavimenti, piani di lavoro, cucina e altri mobili in legno. Dopo la pulizia con le bustine di tè, ricordati di asciugare la superficie, perché il tè è anche una tintura naturale!

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6 gennaio 2016 3 06 /01 /gennaio /2016 20:48
Una invenzione che sfrutta principi naturali come la fotosintesi delle piante, cioè il processo clorofilliano.

Una invenzione che sfrutta principi naturali come la fotosintesi delle piante, cioè il processo clorofilliano.

Niente pioggia da molto tempo, temperature sopra le medie stagionali, stesso quantitativo di veicoli circolanti in città con pericolose emissioni di inquinanti e impianti di riscaldamento in funzione, questo autunno-inverno sarà ricordato nella storia d'Italia come uno dei periodi stagionali più preoccupanti del paese a cauda del tasso d'inquinamento sempre più elevato in molte città della penisola. È dal 25 novembre che Milano è in emergenza smog e con il capoluogo lombardo anche altre città, della Pianura Padana soprattutto, come Monza, Brescia e Torino, stanno vivendo questa situazione allarmante fino al sud con Napoli e Cagliari. Solo Milano per più di 86 giorni ha raggiunto la soglia limite di inquinamento di oltre il doppio del valore permesso e vive situazioni di disagio con giorni di blocco del traffico automobilistico per cercare di limitare i danni in attesa di qualche pioggia. E non aiuta affatto il dato diffuso dall'Agenzia Europea dell'Ambiente (Aea) per cui l'Italia è il Paese dell'Unione europea con il record del numero di morti premature rispetto alla normale aspettativa di vita per l'inquinamento dell'aria: 84.400 decessi di questo tipo, su un totale di 491mila a livello Ue solo nel 2012.

Interventi per arginare l'emergenza smog si rendono necessari, e non basta promuovere un ripetuto blocco delle auto per cambiare le condizioni dell'aria in città. Bisognerebbe iniziare ad educare sicuramente gli italiani ad usare di meno i mezzi di trasporto privati e dotare le città di un sistema di trasporti pubblici migliore ed efficiente, ma le problematiche sono molte a partire dalle condizioni economiche inadeguate di molte regioni. Da oggi però un modo per cercare di risolvere il problema dello smog arriva dalla tecnologia e di preciso da una startup italiana Airlite che ha inventato una pittura, applicabile ad ogni superficie, capace di ridurre gli inquinanti dell'aria fino al 88,8%: "Per dare un’idea dipingendo la superficie esterna di un palazzo di 7 piani (circa 1000mq) in 12 ore verrebbe eliminato l’inquinamento prodotto da oltre 70 auto a gasolio Euro 6", spiega l'azienda, "Tenendo conto che in Provincia di Milano ci sono, secondo i dati del censimento 2011, circa 280.000 edifici e che ci sono circa 1,8 milioni di veicoli, considerando una resa del 50%, se solo il 20% degli edifici presenti in provincia utilizzasse questa tecnologia, sarebbe possibile eliminare ogni giorno i gas di scarico di tutte le vetture presenti in Provincia".

La pittura antismog di Airlite funziona come la fotosintesi delle piante: l'energia della luce viene usata dalla nuova tecnologia per ionizzare l'aria vicino alla superficie trattata trasformando gli inquinanti in sali minerali idrosolubili innocui per la salute dell'uomo. La tecnologia brevettata da Airlite e presentata nell'ambito del progetto "Bosco Immobile" a Milano, in collaborazione con Retake Milano e l'associazione Vivaio, dimostra quanto può essere semplice migliorare la vita delle persone. L'innovativa pittura naturale al 100% può essere infatti utilizzata anche in ambienti chiusi, come case ed uffici, eliminando muffa, batteri e cattivi odori ed impedendo allo sporco di depositarsi sulle pareti. Inoltre Airlite, grazie alla sua particolare composizione che riflette la maggior parte della radiazione solare infrarossa, impedisce il passaggio eccessivo di calore mantenendo gli ambienti freschi senza ricorrere ad impianti di condizionamento: si riduce così il consumo di energia elettrica dal 15% al 50% e le emissioni di anidride carbonica. Ecco dunque il metodo più naturale per risparmiare e vivere meglio.


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2 gennaio 2016 6 02 /01 /gennaio /2016 12:09
La geniale invenzione dell'ing.Enrico Dini, con una stampante 3D crea una barriera corallina artificiale!

La geniale invenzione dell'ing.Enrico Dini, con una stampante 3D crea una barriera corallina artificiale!

La tecnologia della stampa 3D può essere impiegata per la salvaguardia degli ecosistemi. Numerose applicazione sono possibili nel settore delle energie pulite e, secondo i ricercatori del team Reef Saudita, la stampa 3D può contrastare il degrado che si è abbattuto negli ultimi anni sulle barriere coralline.
Reef Saudita è un team di progettisti, scienziati e ricercatori dell’Australia’s Sustainable Oceans International. Il team ha avviato un programma che prevede la produzione e l’inserimento di barriere artificiali stampate con la tecnologia 3D. Le barriere, una volta stampate, vengono insediate a largo della costa del Bahrain dove la pesca eccessiva ha avuto un impatto nefasto sulla salute dei fondali.

I gruppo Reef Saudita ha sommerso quasi 3.000 sfere di calcestruzzo ma la realizzazione di queste strutture era piuttosto lunga e macchinosa. I ricercatori hanno trovato un modo migliore per impiantare barriere artificiali. La soluzione è arrivata a seguito della partnership con un gruppo di specialisti in prototipazione rapida con la tecnologia 3D. L’unione dei due team ha portato allo sviluppo di una barriera artificiale stampata in 3D utilizzando un materiale arenario atossico e da loro brevettato.

Il materiale brevettato è atossico e ha una superficie molto simile a quella delle rocce naturali, ha un pH neutro e nel complesso risulta essere molto adatto a ospitare le larve di corallo in cerca di dimora. Con la stampa 3D i due team sono riusciti ad avvicinarsi molto alle forme offerte della natura. Un altro vantaggio è la velocità e il controllo offerto dalla stampa: si possono fare facilmente piccole modifiche, questo aiuta a diversificare il fondale ed è risaputo, la diversità è fondamentale in natura.

Il team può addirittura elaborare un file di immagine tridimensionale di una barriera corallina naturale per poi copiarla e stamparla con tecnologia 3D.

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28 dicembre 2015 1 28 /12 /dicembre /2015 21:11
Una nuova scoperta scientifica utilissima in medicina e in molte attività umane.

Una nuova scoperta scientifica utilissima in medicina e in molte attività umane.

Sembra che le cozze siano in gradi fornire una forte colla naturale!
Le cozze hanno poteri straordinari, che potrebbero rivelarsi molto utili. In medicina e non solo. La loro 'bava' appiccicosa è una colla potente. Una ricerca pubblicata su 'Nature Communication' dall'Istituto di nanotecnologia del Cnr di Rende (Cosenza) e dal Nanyang Technological University di Singapore ha scoperto che è basata su una proteina che rimuove le molecole d'acqua e si lega fortemente al substrato. Un risultato di grande rilevanza per realizzare adesivi efficaci in acqua, da applicare nel settore navale e in campo medico.

Era già noto da tempo che la cozza fosse fonte preziosa di principi antiossidanti, proteine nobili, vitamine e sali minerali, potente antinfiammatorio naturale e cibo afrodisiaco, ed era già altrettanto noto che la sua bava fosse una colla dotata di 'superpoteri'. Nessuno però aveva misurato la portata dell'appiccicosità né il meccanismo su cui si basa, come invece hanno fatto i ricercatori del Cnr-Nanotec di Rende, in collaborazione con gli scienziati dell'università della Calabria e con il gruppo di ricerca di Ali Miserez di Singapore.

"Si tratta di un risultato di grande rilevanza applicativa, perché anche i più tenaci tra i moderni adesivi sintetici si rivelano inefficaci nel generare adesione in presenza di molecole d'acqua", spiega Bruno Zappone di Cnr-Nanotec.

"Usando il Surface Force Apparatus (Sfa) in dotazione al nostro Istituto - continua Zappone - è stata misurata l'adesione che le proteine delle cozze riescono a generare tra due superfici completamente immerse in un mezzo acquoso. Il nostro studio ha rivelato che le cozze verdi asiatiche producono varie proteine secondo una sequenza di secrezione ben orchestrata. Dapprima la cozza produce una proteina 'asciugatrice' che rimuove le molecole d'acqua e successivamente si lega fortemente al substrato. Su questo primo strato superficiale di proteine viene progressivamente costruito un complesso tessuto proteico in cui ogni proteina svolge una funzione specifica (protezione dall'ambiente esterno, resistenza alle sollecitazioni meccaniche, eccetera)".

Lo studio Sfa è stato determinante per chiarire la relazione tra l'ordine di secrezione e le proprietà adesive delle proteine, aprendo nuove prospettive nello sviluppo di adesivi sintetici biomimetici, biocompatibili e biodegradabili ispirati a molecole biologiche.

"Una 'colla subacquea' potrebbe avere importanti applicazioni nel settore navale, ma senza dubbio straordinarie risulterebbero le applicazioni in campo medico, finalizzate ad esempio ad evitare inestetiche suture chirurgiche, a ricostruire tessuti danneggiati oppure ossa fratturate, a riparare i distacchi di retina o ad integrare materiali biomedicali in presenza di liquidi biologici", conclude il ricercatore.

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3 settembre 2015 4 03 /09 /settembre /2015 10:13
Incredibile. Dalla loro distillazione si ottiene carburante ecologico

Incredibile. Dalla loro distillazione si ottiene carburante ecologico

Se una nocciolina prendesse il posto del petrolio? Questa volta non parliamo di biocombustibili, ma di resine ecologiche derivate dall'anacardo. Questi prodotti innovativi hanno vinto il Premio"Innovazione Amica dell'Ambiente" assegnato da Legambiente a fine 2010. Le bioresine ExaPhen sono state brevettate da una società di Lecce, la CimtecLab S.p.A, e sono un bell'esempio di innovazione tecnologica completamente ecosostenibile. Questi materiali si ottengono dalla distillazione del liquido estratto dal guscio della noce dell'anacardo, Anacardium occidentale (detto anche anacardio), da cui si estrae a sua volta una sostanza, il cardanolo, utilizzabile come base per la sintesi di strutture versatili destinate a svariate applicazioni.
Cashew nut shell liquid (CNSL) è il nome internazionale dell'olio alchilfenolico contenuto nell'anacardo, da solo rappresenta quasi il 25% del peso totale della noce, che è circa 6 grammi, e viene ottenuto da processi di lavorazione meccanici per l'uso alimentare del gheriglio di anacardo. Dalla distillazione del CNSL si ottiene il cardanolo che possiede proprietà analoghe a quelle dei derivati petroliferi, ma è privo delle caratteristiche di tossicità tipiche di questi prodotti sintetici.
La CimtecLab ha pensato di sfruttare le peculiarità chimiche di quest'olio per realizzare polimeri estremamente economici e ad elevate prestazioni. Infatti per la produzione di queste resine vengono usati soltanto materiali di scarto, i gusci, e non potenziali risorse alimentari, i semi. Il CNSL è infatti uno scarto tossico della filiera produttiva delle noccioline, che viene prodotto in quantità molto consistente per un totale mondiale di circa un milione di tonnellate ogni anno e che necessita altrimenti di un appropriato smaltimento. Inoltre, i derivati da cardanolo sono caratterizzati da un'elevata resistenza all'umidità e all'attacco di agenti chimici aggressivi, per questo motivo gli elaborati finiti risultano adatti anche all'utilizzo in esterno. Queste resine si prestano ad essere utilizzate per l'edilizia, ma anche nel settore dei trasporti e delle automobili. I prodotti ExaPhen comprendono le resine utilizzate per la preparazione di pannelli, laminati e oggetti stampati per compressione ma anche le schiume poliuretaniche flessibili, utilizzabili sia per applicazioni a spruzzo (materassi e imbottiture) sia per la realizzazione di pannelli rigidi ideali per l'isolamento termico delle costruzioni.
Tutti gli elaborati sono volti ad avere il minimo impatto ambientale a partire dalla materia prima fino alla destinazione conclusiva.

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1 agosto 2015 6 01 /08 /agosto /2015 11:38
lo scioglimento dei ghiacciai dovuto all'innalzamento climatico provoca gravi danni all'ambiente.Salviamoli.

lo scioglimento dei ghiacciai dovuto all'innalzamento climatico provoca gravi danni all'ambiente.Salviamoli.

115.000 litri di acqua salvati grazie alla copertura di geotessile
posizionata su una porzione del Ghiacciaio Dosdè Orientale nelle Alpi Lombarde

Il primo esperimento italiano di "protezione attiva" su ghiacciaio intrapreso da Levissima in collaborazione con l'Università degli Studi di Milano, ha ottenuto risultati positivi e di grande interesse scientifico: a fine ottobre, quando l'esperimento si è concluso, lo spessore di neve non disciolta e di ghiaccio sopravvissuto alla stagione estiva raggiungeva quasi due metri di altezza.

Lo scorso 14 maggio il team di ricercatori dell'Università di Milano, sotto la guida del Prof. Claudio Smiraglia e della Dott.ssa Guglielmina Diolaiuti (rispettivamente presidente e componente del Comitato Glaciologico Italiano), ha steso, per la prima volta in Italia, sul ghiacciaio Dosdè Orientale (Alta Valtellina, Lombardia), nel settore montuoso Piazzi-Dosdè, dove Levissima nasce, una copertura sperimentale di geotessile . Il telo - un "non tessuto" bianco puro - agisce creando una barriera fisica tra i raggi solari e la neve e il ghiaccio sottostanti, limitandone così la fusione durante il periodo estivo. Il geotessile, steso su una parcella sperimentale di 150 m2, ha ridotto l'ablazione della neve invernale e primaverile e soprattutto del ghiaccio sottostante preservando uno spessore complessivo di 190 cm (uno strato di 75 cm di neve densa e compatta al di sopra di 115 cm costituiti da ghiaccio di ghiacciaio). Lo spessore di neve presente sul ghiacciaio a maggio, tenendo conto della sua densità, equivaleva a 129 cm di acqua, quello presente a ottobre equivaleva a 56 cm di acqua. L'esperimento ha permesso così di salvare il 43 % di spessore dell'acqua rappresentata dalla neve compatta presente al momento della stesura del telo sul ghiacciaio e soprattutto di azzerare la fusione del ghiaccio sottostante (i 115 cm di ghiaccio salvati equivalgono a 105 cm di acqua e rappresentano lo spessore di ghiaccio perso dal ghiacciaio nelle zone non coperte dal telo). In totale, tenendo conto anche del ghiaccio preservato dalla fusione, si è salvato uno spessore di acqua di 161 cm. Il volume di acqua preservato è risultato di circa 115 m3, corrispondente a 115.000 litri.

La riduzione dei ghiacciai alpini è un fenomeno che si sta accentuando negli ultimi anni a causa del riscaldamento climatico in atto, infatti, oltre l'80% dei ghiacciai sta manifestando chiari e visibili impatti di questi cambiamenti e gli oltre 800 ghiacciai italiani nell'ultimo secolo hanno mostrato ingenti perdite - areali e volumetriche. Sono ad oggi possibili pochi interventi diretti a mitigare gli effetti del riscaldamento atmosferico sui ghiacciai alpini, tra questi uno dei più efficaci si è rivelato l'utilizzo di una copertura protettiva superficiale.

"E' certamente impensabile intervenire con strategie di protezione attiva su tutti i ghiacciai italiani, ma, grazie all'iniziativa portata avanti con Levissima, abbiamo potuto verificare l'applicabilità e l'efficacia delle strategie di mitigazione attraverso la sperimentazione su un ghiacciaio campione. Visti i risultati più che soddisfacenti che hanno permesso di preservare indenne dalla stagione estiva una parte della neve invernale e tutto il ghiaccio sottostante la copertura" - afferma il prof. Claudio Smiraglia, dell'Università degli Studi di Milano e Presidente del Comitato Glaciologico Italiano - "Questo approccio potrebbe venire applicato in particolari situazioni, ad esempio laddove finestre rocciose emerse dalla superficie glaciale agiscono d'estate come vere e proprie trappole di calore ampliando la fusione glaciale e portando in ultima analisi alla disgregazione di interi apparati. In questi casi una copertura bianca riflettente come il geotessile (che tra l'altro scherma completamente la radiazione UV molto energetica) potrebbe ridurre efficacemente l'assorbimento di energia e quindi l'emissione di calore da parte delle rocce e limitare la fusione glaciale"

Il ghiacciaio Dosdé Orientale:
un laboratorio scientifico a ciel
o aperto

Le tappe
Il Ghiacciaio Dosdé Orientale, circa un chilometro quadrato di superficie, è dotato di una lingua che fluisce nella Valle di Dosdé, dove si concentrano gli apparati glaciali del gruppo Piazzi. Questi ghiacciai sono attualmente in fase di intenso regresso a seguito del riscaldamento climatico in atto: il ghiacciaio Dosdé Orientale, dal 1997 ad oggi, ha perso mediamente uno spessore di acqua pari a 14 metri.

Estate 2007: per ampliare la raccolta di dati meteorologici sopraglaciali è stata collocata dai ricercatori dell'Università di Milano, sempre nell'ambito del progetto di ricerca supportato da Levissima, una stazione meteorologica automatica sulla superficie del ghiacciaio, la più alta in Lombardia su ghiacciaio (2.740 m), per raccogliere dati importanti sui flussi termici ed energetici.

14 maggio 2008: per la prima volta in Italia, si è proceduto alla stesura di una parcella sperimentale di geotessile sulla superficie del ghiacciaio. La superficie sottoposta a protezione si estendeva per 150 m² di area. Per mantenere stabile la posizione del telo sulla superficie del ghiacciaio si sono dislocati lungo il perimetro dei blocchi rocciosi ricoperti con porzioni di telo stesso; l'intera superficie appariva perfettamente bianca ed omogenea.

Giugno 2008, ad un mese dalla stesura si è osservato un apparente innalzamento del telo di 30 cm rispetto alla superficie glaciale circostante - la neve sotto il telo si è fusa più lentamente di quella circostante esposta direttamente alla radiazione solare. Verso la fine del mese, i risultati erano ancora più visibili: lo spessore di neve sotto la copertura geotessile raggiungeva i 60 cm a monte e i 40 cm a valle;

Luglio 2008, l'altezza del manto nevoso protetto dal geotessile è risultata pari a 140 cm a monte e 80 cm a valle; i rilievi nivologici indicano una riduzione di spessore generale della neve invernale di 2 m, che invece sotto il geotessile si è preservata al 60%, registrando un abbassamento al disotto del metro;

Agosto 2008, quando la superficie glaciale si trovava quasi totalmente libera dalla copertura nevosa, il geotessile manifestava ancora più chiaramente la sua efficacia. La porzione protetta, rappresentata sia da neve compatta sia da ghiaccio di ghiacciaio, emergeva ormai di circa 190 cm a monte e 120 cm a valle.

Ottobre 2008, conclusione dell'esperimento e sintesi dei dati raccolti: nella zona non protetta si è avuta una perdita di 244 cm di acqua equivalente (129 cm costituita dalla copertura nivale e 115 cm dal ghiaccio vivo), nella zona protetta si è avuta una perdita di 73 cm (tutti dalla copertura nivale in quanto la protezione del ghiaccio è stata totale). In sintesi la protezione ha ridotto l'ablazione totale del 66%.

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2 luglio 2015 4 02 /07 /luglio /2015 20:02
Reishi: il fungo ddell'immortalità

Da 4000 anni il Ganoderma Lucidum conosciuto anche come Reishi, è impiegato nella medicina tradizionale cinese come il fungo dell’immortalità.
Viene definito in questo modo perché le proprietà di questo fungo sono molteplici e agisce come panacea su tutto l’organismo, regolando molti processi al suo interno.
Vediamo quali sono:

  • Agisce rigenerando il fegato dal carico tossinico, migliorando il profilo lipidico.
  • Offre un elevato apporto di triterpeni con conseguente azione antinfiammatoria.
  • Migliora l’ossigenazione cardiaca (importante in casi di stenosi coronarica, aritmie e insufficienza cardiaca).
  • Efficace nel trattamento dell’asma, della bronchite cronica e per tutte le difficoltà respiratorie anche legate alle allergie di stagione, riduce infatti il rilascio di istamina.
  • Azione antinfiammatoria generale nell’organismo (noi sappiamo che un tessuto infiammato è la base di ogni malattia, anche di quelle degenerative).
  • Migliora anche la spossatezza fisica, l’esaurimento nervoso e lo stress(Lucidum è infatti riferito a questo: dissolve le “nebbie” del corpo e della mente).


Un’ unica importante raccomandazione: scegliere sempre prodotti certificati biologici, da coltivazioni controllate proprio perché i funghi sono chelanti di sostante tossiche.

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30 maggio 2015 6 30 /05 /maggio /2015 08:57
un vero e proprio laboratorio naturale per le sue proprietà benefefiche

un vero e proprio laboratorio naturale per le sue proprietà benefefiche

Conosciuta Dai Più venire insignificante erba urticante , l ' ortica E in Realta un prodigio della natura . Secondo la teoria della Segnatura rerorum L'Ortica brucia venire i dolori reumatici e infatti servono proprio a combatterli: basta sfregare l'ortica su Una parte dolorante e DOPO un arrossamento initial si ha un Effetto revulsivo benefico che fa scomparire il dolore. E L'acido formico prodotto Dalle foglie per difendersi Dagli animali e dall'uomo Che possiede quest'effetto medicamentoso. L'ortica e Una pianta erbacea perenne il Suo nome deriva dal latino urere bruciare, proprio per l'irritazione provocata Dai Suoi urticanti peli . Dall'otica nel Medioevo si ricavava un tessuto resistente simile alla canapa. L'ortica Contiene flavonoidi, carotenoidi, ammine , oli essentiali, vitamine, Clorofilla, acido formico, ferro e MOLTI minerali. L'ortica ha Proprietà diuretiche, depurative, antigottose , antireumatiche, emostatiche, galattogene, antianemiche E quindi Utile in Caso di devo, reumatismi, emorragie, acne, diabete, anemia e diarrea. In tintura madre : 40 gocce tre Volte al di in mezzo bicchiere acqua In tisana decotto al 5 per cento: bollire 10 Minuti. Pianta fresca . Le sommità si lasciano bollire per pochi del Minuti Si beve l'acqua MENTRE la pianta bollita si consuma con olio e limone a mo 'di verdura cotta: presa in codesto modo per 15 giorni Risolve i Casi anemici Rapidamente. Facendo macerare la pianta in acqua per 24 ore si ottiene un liquido antiparassitario per piante ed animali. In lozione per uso esterno in acqua e alcool servire per rafforzare i capelli e per l'alopecia aerata. Con l'ortica la natura ci Cosa ottieni un vero e proprio laboratorio chimico, Una farmacia naturale un prezzo irrisorio: a noi saperlo sfruttare.
















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  • : Blog di lalchimista
  • : Sono poeta,scrittore e saggista,esperto in tappetologia,quindi questo spazio sarà dedicato a queste mie passioni,chi ama la paesia o i tappeti orientali troverà tanti consigli utili e la consulenza gratuita per i vostri tappeti perchè sono convinto che chi è in possesso di conoscenze tecnico-scientifiche le deve mettere a disposizione di tutti,altrimenti è come se non fossi mai vissuto una volta morto. Sono reperibile su flyngcarpet@hotmail.it
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