Sono poeta,scrittore e saggista,esperto in tappetologia,quindi questo spazio sarà dedicato a queste mie passioni,chi ama la paesia o i tappeti orientali troverà tanti consigli utili e la consulenza gratuita per i vostri tappeti perchè sono convinto che chi è in possesso di conoscenze tecnico-scientifiche le deve mettere a disposizione di tutti,altrimenti è come se non fossi mai vissuto una volta morto. Sono reperibile su flyngcarpet@hotmail.it
Con tutte le frodi attuali ci voleva anche l'Enel. Se avete un contatore non omologato siete soggetti a conteggi truffaldini.Controllate!
La domanda è lecita: sono contatori o elettrodomestici? Il Ministero li ha già equiparati a elettrodomestici e, in assenza di modelli, verificati e depositati, non è dato a sapere come funzionino e, soprattutto, come misurino.
Agli utenti che lamentano malfunzionamenti, o consumi abnormi, Enel si dichiara disponibile al controllo, ma quando un utente si rivolge all’Ufficio Metrico, scopre che gli aggeggi non sono riconosciuti come strumenti di misura legali. Scatta quindi il sequestro ma poi, in assenza di una norma legale di riferimento, non possono neppure essere provati.
I presupposti per la loro installazione erano validi: in primis le fasce orarie di consumo, che però oggi sembrano non interessare più a nessuno; la facilità nel rilevare direttamente i consumi, controllare e pagare il consumo reale e non più anticipi basati su consumi stimati. Disattesi ambedue, perché l’aggeggio non è per nulla facile da “interrogare” e perché molti sono i fornitori che continuano imperterriti a fatturare consumi stimati.
Che dire, poi, della dichiarata gratuità della sostituzione per l’utente: come può essere gratuita un’operazione da miliardi di euro? Dove si è dissolta la storica voce “noleggio del contatore”? E le sostituzioni effettuate senza avvisare l’utente ? Forse AEEG potrebbe esserci d’aiuto.
Un’operazione che non ha portato alcun vantaggio per l’industria italiana, perché i contatori sono fabbricati interamente in Cina. Quindi, decine di milioni di aggeggi stanno conteggiando, senza essere omologati, né provati se non da Enel, miliardi di euro; solo Enel ne conosce caratteristiche costruttive e algoritmo di funzionamento e non possono essere verificati legalmente.
Una situazione grottesca: Enel forniva energia e, al tempo stesso, produceva i contatori che la misuravano, senza che nessuno fiatasse, Associazioni dei consumatori comprese.
Tempistica perfetta
Mentre, indisturbati, ci installavano gli aggeggi, in Europa era in discussione una Direttiva che avrebbe previsto un rigido iter di omologazione, specifico per il tipo di strumento. La direttiva, del 2004, venne recepita dall’Italia solamente nel 2007, quando ormai il più era stato fatto.
Una clausola inserita nell’articolo 22 del decreto legislativo 2 febbraio 2007, n.22, in attuazione della direttiva 2004/22/CE, avrebbe messo in sicurezza il pregresso:
«I dispositivi ed i sistemi di misura per i quali la normativa in vigore al 30 ottobre 2006 non prevede i controlli metrologici legali, qualora messi in servizio alla data di entrata in vigore del presente decreto, potranno continuare ad essere utilizzati anche senza essere sottoposti a detti controlli, purché non rimossi dal luogo di utilizzazione».
Nessun problema quindi: siccome per gli aggeggi, installati prima del 30 ottobre 2006, non erano previsti controlli metrologici legali, non c’era di che preoccuparsi: avrebbero potuto funzionare a vita, a dispetto di qualsiasi naturale deterioramento nel corso degli anni, una caratteristica di qualsivoglia prodotto.
Problemi tecnici e legali
La vicenda sarebbe passata sotto silenzio, se, perlomeno, i contatori avessero funzionato correttamente, ma i primi sembra fossero prototipi e, come tali, soggetti a miglioramenti in itinere mentre, per le serie successive, Enel sostituì fornitori e sub-fornitori cinesi.
Con il risultato che il display di un cospicuo numero di aggeggi non poteva essere rilevato in loco, come richiede espressamente la legge, o il dato di lettura andava perso durante la trasmissione, determinando la necessità di letture dirette dei distributori e conseguenti pesanti conguagli.
In alcuni casi, come denunciato dagli utenti, gli aggeggi “davano proprio i numeri”, conteggiando consumi molto superiori alle medie storiche precedenti.
Non solo per Enel, ma per tutti i fornitori e distributori, sarebbe alquanto complicato rispondere a questi temi, se il popolo degli utenti si organizzasse per capire cosa è successo!
Il problema è anche più serio perché, in linea puramente teorica, non c’è nulla che possa impedire altri ipotetici abusi: chi garantisce che con l’aggeggio non si possa, per esempio, favorire o sfavorire utenti, stabilendone da remoto il consumo? Oppure, stabilire, sempre da remoto, quanta energia possa essere ceduta alla rete da un impianto fotovoltaico? A riprova di ciò, basta verificare il testo della raccomandata di sollecito di pagamento inviata all’utente moroso, con la quale lo s’informa che, se non paga, la tensione dell’utenza verrà ridotta.
C’è poi un altro problema ben più importante. Di fatto, ci sono oggi due categorie di utenti: quelli i cui consumi sono conteggiati con strumenti non conformi, e altri, sembra meno del 10%, con contatori omologati europei. Questo fatto potrebbe anche richiamare l’attenzione dei costituzionalisti.
(ndr.) per capire di quale categoria fate parte, è sufficiente osservare la targhetta: i contatori omologati europei riportano una M seguita dalle ultime due cifre dell’anno di fabbricazione, dopo il simbolo CE; gli altri riportano il solo simbolo CE, la cui apposizione e le cui dimensioni andrebbero opportunamente verificate.