Sono poeta,scrittore e saggista,esperto in tappetologia,quindi questo spazio sarà dedicato a queste mie passioni,chi ama la paesia o i tappeti orientali troverà tanti consigli utili e la consulenza gratuita per i vostri tappeti perchè sono convinto che chi è in possesso di conoscenze tecnico-scientifiche le deve mettere a disposizione di tutti,altrimenti è come se non fossi mai vissuto una volta morto. Sono reperibile su flyngcarpet@hotmail.it
Nella pratica sono un utente del trasporto pubblico, nel pensiero un abolizionista dell’automobile. Non penso ad un’abolizione per divieto, con tutte le proteste liberali di contorno. Concedo la libertà di produrle, distribuirle, comprarle. Penso ad un’abolizione per effetto. Pedonalizzo tutte le aree metropolitane. Trasformo le strade provinciali e tangenziali in piste ciclabili. Lascio circolare le auto solo su strade dedicate al raggiungimento dei caselli autostradali e sulle autostrade. Promuovo campagne di sensibilizzazione contro il mezzo privato e a favore del mezzo pubblico Un abolizionismo conciliante e pedagogico, almeno in principio, affinché la maggioranza abbia il tempo di comprendere che le automobili sono un prodotto inutile e dannoso.
Le auto inibiscono a tante persone la possibilità di camminare per spostarsi, con cattive conseguenze sulla loro salute. Inquinano l’aria e il traffico che generano per le vie della città produce un fastidioso rumore di fondo; ci siamo abituati, ma sappiamo quanto è liberatorio il momento in cui smettiamo di sentirlo. In auto perdiamo molto tempo in code, ingorghi e nella ricerca di un parcheggio. Le auto rendono volgari e aggressivi gli automobilisti, che insultano e imprecano contro i loro simili, in modi impensabili per due passanti in reciproco intralcio. L’auto illude l’automobilista di avere uno status di superiorità. L’auto fa credere agli uomini di saper guidare meglio delle donne. Le auto terrorizzano gli anziani e i bambini, sono un pericolo costante per gli animali domestici e per i colombi. Fin da piccoli veniamo allertati a non farci schiacciare, investire dalle auto, a stare attenti ad attraversare la strada. Ogni anno, le auto uccidono migliaia di pedoni, ciclisti, altri automobilisti e ne feriscono centinaia di migliaia; tutto questo è accettato con inconsapevole serenità e distrazione. Le automobili ci inducono a cementificare ed asfaltare territori; a fare guerre per il petrolio; ad avere rapporti neocoloniali con i paesi produttori per avere il controllo delle fonti energetiche, delle rotte di rifornimento, al fine, tra le altre cose, di poter disporre di molto carburante ad un costo accessibile.
Ma le auto sono il motore l’economia, creano ricchezza, e danno tanta libertà individuale. Questo è meno vero che in passato. Il mercato dell’automobile è saturo e la produzione si diversifica. Torino è sopravvissuta al ridimensionamento della Fiat. Poco male, se saremo un po’ più poveri, ma vivi e più sani. Molta ricchezza possiamo risparmiarla spendendo meno soldi per rimediare ai danni prodotti dalle auto, i danni ambientali e le tante persone da curare a seguito degli incidenti stradali. Altra ricchezza possiamo investirla e guadagnarla nella produzione di mezzi pubblici: più treni, più pullman, meglio tram e filobus, più metrò, anche più aerei, perché la gente possa attendere un tempo davvero minimo alle fermate e nelle stazioni; per collegare tra loro le città e i villaggi più sperduti. Le vie del trasporto pubblico, potrebbero essere percorse anche dai corrieri privati addetti alla consegna di merci a domicilio. E poi tante scarpe e tante biciclette, libere di circolare in sicurezza. Infine, qualcosa di nuovo e di meglio, ci inventeremo.