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Sono poeta,scrittore e saggista,esperto in tappetologia,quindi questo spazio sarà dedicato a queste mie passioni,chi ama la paesia o i tappeti orientali troverà tanti consigli utili e la consulenza gratuita per i vostri tappeti perchè sono convinto che chi è in possesso di conoscenze tecnico-scientifiche le deve mettere a disposizione di tutti,altrimenti è come se non fossi mai vissuto una volta morto. Sono reperibile su flyngcarpet@hotmail.it

Totò, il principe della risata, ma chi era?

 

Toto-il-principe-della-risata.jpg

 

 Ognuno di noi nasce con una predestinazione nella vita e bene o male tutti seguiamo quella via, in funzione del nostro codice genetico e delle doti che madre natura ci ha dato più o meno sviluppate. Poi le circostanze della vita ci portano a evidenziare quelle latenti e poterle sviluppare ulteriormente ed a esprimerle in maniera palese. Ma alcuni nascono geni, cioè posseggono già nel loro DNA quel qualcosa in più che altri mortali non hanno, e così che questi si esprimono nei loro settori diventando dei fenomeni in molti settori dello scibile umano, sia nell'arte che nello sport.


Fu così che nel giorno 15 febbraio 1898 nacque a Napoli Antonio Focas Flavio Angelo Ducas Comneno di Bisanzio De Curtis Gagliardi, semplicemente Antonio de Curtis chiamato in arte "TOTO' ". Un concentrato di doti artistiche in una sola persona non si era mai visto, la natura con Totò aveva voluto esagerare, ma non esteticamente, anzi era piuttosto bruttino.

Egli è stato poeta, paroliere, commediografo, attore, sceneggiatore e chi più ne ha più ne metta!! Praticamente aveva le doti più nobili per esprimersi ai massimi livelli nelle arti citate, ma lui era semplicemente l'ironia nel senso più eccelso della parola. Infatti fu chiamato "IL PRINCIPE DELLA RISATA" .

Totò nacque figlio illegittimo, infatti fu riconosciuto dal padre vero solo nel 1937 e di fatto venne adottato dal marchese Francesco Mario Gagliardi Focas cavaliere del Sacro Romano Impero di conseguenza anche a Totò vennero riconosciuti questi titoli venutigli dal padre adottivo e riconociuti dal Tribunale di Napoli quindi anche nel libro d'oro della nobiltà dell'archivio centrale dello Stato, con la qualifica di Principe, conte Palatino, e Nobile con trattamento di Altezza Imperiale ed un'altra miriade di titoli.

Ma la sua genialità gli fece percorrere tutti i generi teatrali, dall'avanspettacolo, al varietà, alla rivista ed infine al cinema di cui è stato interprete di 97 film che hanno raccolto oltre 270 milioni di spettatori un record assolutamente imbattuto e che continua ancora tuttora a circa 50 anni dalla scomparsa avvenuta a Roma il 15 aprile 1967. Nel crepuscolo della sua cariera fu costretto a ritirarsi dalle scene dalla cecità incombente causatagli dai fari di scena ai quali fu lungamente esposto.

La sua maschera di attore fu unica nel suo genere, benchè accostato ad altri grandissimi interpreti, Totò mantenne la sua specificità che fece risaltare sotto la guida di valenti registi dell'epoca che ormai lo lasciavano interpretare liberamente i copioni che gli venivano forniti, ma che stravolgeva regolarmente facendoli diventare geniali, persino in ruoli drammatici. Egli recitava d'istinto sorretto dalla sua travolgente napoletanità.

 
Le sue originali battute che oggi ricordiamo tutti, sono diventate proverbi e lazzi di dominio pubblico e sono perfino entrate nel linguaggio comune. Tuttoggi i suoi film riscuotono un grande successo malgradi siano stati visita decine di volte, ma la loro riproduzione lascia sempre scoprire qualcosa di nuovo.


Egli nacque in un vicolo del centro di Napoli diventato poi famoso, via santa Maria Antesaecula, dalla relazione clandestina di Anna Clemente con Giuseppe de Curtis che all'inizio non lo riconobbe e per cui Totò soffri moltisimo di questa situazione e quando cominciò a diventare noto, si fece adottare dal marchese da cui ricevette poi tutti i suoi titoli nobiliari.

Spesso le sue celeberrime citazioni erano autobiografiche, cioè frutto di negative esperienze personali come la famosa frase "siamo uomini o caporali" a ricordo delle vessazioni subite da un graduato durante il servizio milititare. Ma il sacro fuoco dell'arte della recitazione che bruciava in lui lo portò presto a calcare i palcoscenici di piccoli teatri di provincia come macchiettista, facendo imitazioni di personaggi noti.


Ma l'esperienza che acquisiva gli fu congeniale perché imparò a forgiare il suo personaggio con la sua innata napoletanità, recitando a soggetto senza alcun copione, ma inventando di sana pianta un burattino tutto snodato che sbeffeggiava i potenti dell'epoca, evidenziando la sua innata comicità.

 

Aggiunse alla sua verstilità ulteriori doti di recitazione con l'importante incontro sui palcoscenici di provincia, del fratelli De Filippo e di grandi musicisti dell'epoca. Ma la sua recitazione rispecchiava effettivamente quella di un uomo sempre affamato e quindi mettere in scena la povertà gli riusciva in modo naturale, infatti egli affernava che un attore per ben recitare deve soffrire la fame.


Il connubio con i De Filippo diedero nuovo impulso alla sua genialità interpretando alcune commedie del repertorio di Eduardo Scarpetta, come la celeberrima "Miseria e Nobiltà" che lo consacrò attore di fama internazionale. Da allora in poi la sua carriera andò di pari passo con le sue peripezie amorose, ma sempre con donne sbagliate. Nel 1932 fondò una sua compagnia teatrale per la quale scrisse diverse riviste con Mario Castellani che portò in tutta Italia. Le sue macchiette con la bombetta facevano impazzire il pubblico dappertutto.

 

Con l'avvento del cinema sonoro esaltò ancora di più il suo talento naturale ed ebbe anche il riconoscimento di famosi intellettuali che inizialmente lo consideravano soltanto un guitto. Ma il cinema fu il suo naturale sbocco e interpretò vari ruoli diretti da registi che hanno fatto la storia del cinema italiano, come Ludovico Bragaglia, Achille Campanile, ecc.


L'incontro artistico con la Magnani fu la pietra miliare della Commedia dell'Arte con gradi interpretazioni a ruota libera rimaste storiche. Totò ha lasciato sicuramente una sua traccia in ciascuno di noi e su chi, attirato dal sua carisma, leggerà questa recensione rendendo omaggio alla sua memoria.

 

 

 

 

 

 

 

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